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La Casa Dei Mostri
La casa dei mostri è la terza opera per ragazzi di Paolo Furlani. Nata dall'elaborazione
in senso drammaturgico del racconto omonimo di Maria Vago, è stata pensata
dall'autore come una particolare, complessa esperienza d'ascolto per un giovane
pubblico, la cui attenzione è focalizzata, scena per scena, su alcuni parametri fisici
e percettivi del suono. Il progetto, premiato nella terza edizione (1999) del concorso "Quarant'anni nel 2000", organizzato dalla federazione
Cemat di Roma, " stato allestito per la prima volta dal Teatro La Fenice di Venezia, nella stagione lirica 2003.
"Diversamente da un'opera lirica tradizionale," spiega l'autore, "che ha l'orchestra disposta davanti o sotto il palcoscenico, in questo
spettacolo solo la protagonista e l'esecutore della parte elettronica sono presenti nella sala, tra il pubblico, immersi in uno 'spazio
musicale'. Gli esecutori musicali e l'attore invece sono fuori scena, coordinati dal direttore d'orchestra. Tutti i suoni musicali arrivano in
sala tramite un impianto di amplificazione e diffusione sonora. È da notare che la realizzazione musicale prevede l'intervento di soli tre
strumenti dal vivo, saxofono, trombone e percussioni, su una base di
suoni elettronici preregistrati."
Livia - la protagonista del racconto - è una ragazzina curiosa,
intraprendente, che non si ferma di fronte ai divieti, soprattutto se
questi sono assurdi. Le diverse stanze della casa e i mostri che le
abitano sono descritti per lo più attraverso connotazioni sonore: ogni
mostro (e ogni stanza) hanno quindi un proprio caratteristico modo di
risuonare, tradotto in musica sfruttando particolarmente le risorse
degli strumenti elettronici.
Sull'esempio delle opere "didattiche" di Britten, al pubblico è richiesto
di interagire, cantando alcuni ritornelli e delle brevi frasi nelle scene con
i mostri (quasi delle "formule magiche", propiziatorie), su imitazione
del canto di Livia. Si tratta, in definitiva, di brevi passaggi "a canone",
dove a Livia spetta la "proposta" della frase e al coro formato dai ragazzi
del pubblico la "risposta" a seguire, della stessa frase.
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